Assapora l’autenticità calabrese

Azienda

Chi siamo

L’azienda agricola ARCURI nasce da un progetto di qualche anno fa, spinto dal desiderio di realizzare un’attività imprenditoriale sostenibile e compatibile con il nostro territorio e con la nostra storia sia dalla profonda convinzione che, anche nella nostra terra, su queste montagne definite “marginali”, fosse possibile creare qualcosa che offrisse opportunità lavorative alle nuove generazioni.

L’azienda, a conduzione familiare, è vocata alla tutela e alla rivalutazione della razza autoctona del nero di Calabria ed ha lo scopo di operare un’attenta e accurata trasformazione e stagionatura delle carni in prodotti di qualità che ricordino la bontà e i profumi di quelli di una volta.

I sapori di una volta

“Do puarcu un se ietta nente” (del maiale non si butta nulla) dicevano con orgoglio le persone anziane del paese; sì, perché del maiale si utilizzava tutto: le mani sapienti di uomini e donne riuscivano a trasformare ogni pezzo del maiale in qualcosa di estremamente buono e genuino.

Dal maiale si ottenevano prima di tutto gli insaccati: salsicce e soppressate la cui carne veniva tagliata a strisce sottilissime “ccu lle curtella”, poi dopo essere stata energicamente impastata con sale e peperoncino, veniva “insaccata” a mano nelle budella, infine si procedeva all’asciugatura “all’aria dei ciaramiui” e all’affumicatura.

Intanto si metteva in salamoia la carne per preparare pancette e capocolli che poi sarebbero stati preparati e appesi accanto agli altri prodotti per procedere all’asciugatura.

Con la pelle, con il grasso e con le ossa, messi a bollire in una grande “quadara” di rame, si ottenevano le frittole, i “frisui” e lo strutto.

Le ossa e la carne della testa, bollite a parte e mescolate con l’aceto servivano a preparare, “u suzu” (la gelatina).

Con il sangue raccolto nel momento in cui l’animale veniva ucciso, si faceva il sanguinaccio, una specie di crema dolce che si otteneva unendo al sangue, zucchero, vino cotto, noci, cioccolata.

Mi chiamo Carlo Arcuri, sono laureato in medicina veterinaria, sono innamorato di questo territorio e sono un appassionato della razza autoctona del nero di Calabria; il terreno sul quale sorge l’azienda, apparteneva a mio nonno Bruno, e prima di lui a suo padre, e prima ancora al padre di suo padre;

Su queste terre, che hanno visto le lotte spesso sanguinarie dei briganti, i miei antenati pascolavano i loro maiali, rigorosamente neri, che all’epoca costituivano una fonte primaria di sostentamento per le famiglie assai numerose.

Ho ripreso le tradizioni del passato, proponendo un modello nuovo, a basso impatto ambientale, iniziando dall’allevamento dei maiali che vivono allo stato brado e semibrado e si cibano in modo assolutamente naturale di ghiande, di castagne, di erba e di tuberi. Nei momenti in cui è difficile per gli animali reperire il cibo, la loro alimentazione è integrata, a seconda del periodo, con cereali e foraggi prodotti in gran parte in azienda, questo tipo di alimentazione, associata alle caratteristiche uniche del territorio, assolutamente incontaminato, e alla genetica della razza, consente il raggiungimento di eccellenti e particolari caratteristiche qualitative della carne e quindi dei prodotti che da essa si ricavano.

L’azienda in piccola parte si dedica alla produzione di ortaggi, erbe officinali e aromatiche, allevamento di animali di bassa corte. Di recente é stato impiantato un piccolo frutteto con la presenza di antiche varietà di piante, un castagneto da frutto, frutti di bosco e, in via sperimentale, un piccolo vigneto.

Carlo Arcuri Medico Veterinario

Il Territorio

Il territorio su cui si estende l’azienda è situato a metà tra la provincia di Catanzaro e quella di Cosenza, a cavallo dei comuni di Carlopoli, Bianchi e Panettieri, su un territorio montuoso, a 1000 metri sul livello del mare. Da questa altezza si può ammirare la splendida valle del fiume Corace, luogo incontaminato, dove i monaci cistercensi fondarono il maestoso monastero di Corazzo, del quale oggi si possono visitare i ruderi.

E’ possibile osservare in lontananza i monti Reventino e Mancuso e, quando il cielo è particolarmente sereno, la cima del monte Cocuzzo.

Il luogo è vicinissimo alla Sila, ad un’ora della costa jonica e da quella tirrenica, ricco di una vegetazione spontanea di cerri, di querce e di castagni, in un territorio integro che offre uno spettacolo mozzafiato, aria salubre e un microclima ideale per la stagionatura.